Passione di Cristo - Via Crucis

Perché riproporre la PASSIONE DI CRISTO (Via Crucis) quando,
al suo interno, ogni Chiesa di fede cristiana cattolica romana ne possiede una?

La prima domanda che mi sono posto, dopo aver visto per
la prima volta il film: “The Passion” dell’attore e regista Mel Gibson, a cui volevo
rispondere cimentandomi umilmente in questo gravoso progetto.

Dall’elaborazione di questa prima risposta, che attraverso
: progettazione, schizzi, creazione e rifinitura delle opere pittoriche da me
eseguite, diede vita ad un percorso della durata  di circa due anni, cercai di unire l’utile
al dilettevole e ogni qualvolta dovevo spostarmi dalla città in cui vivevo,
coglievo l’occasione per documentarmi visitando altre Chiese di alcune città italiane,
tra cui : Torino, Roma, Pineto, Napoli, Palermo, Lecce,… anche perché,
mi resi conto, che, i pochi ricordi, di chierichetto adolescente, non
risultavano molto utili allo scopo.

Prima di tutto, per capire meglio la strada da
percorrere iniziai a pormi domande più specifiche, per esempio: perché, il fedele
mostra la sua curiosità, la sua maggiore attenzione alla presenza di presepi
allestiti nel periodo natalizio?

Come mai rimane piacevolmente sorpreso ogni qualvolta entra in una Chiesa?

Le risposte potrebbero risiedere forse nel come e cosa
si intende mostrare alle persone quando accedono in un determinato luogo, come
in questo caso in una Chiesa.

Può attirare l’eventuale composizione particolare di
un presepe, oppure l’illuminazione caratteristica di una Chiesa, e così via.

Spesso però, manca la percezione di ciò che abbellisce/arricchisce
le pareti di queste strutture cristiane, come le opere pittoriche su di esse
appese, nel mio caso, la VIA CRUCIS,  eseguita
– il più delle volte - da artisti e/o artigiani , di cui non si conosce neppure
l’identità, nonostante l’opera sia costituita da ben 14 tavole, chiamate STAZIONI.

A questo punto, dopo essere stato colpito
dall’originalità con la quale era stata trattata la Passione di Cristo nel film
: The Passion, la crescente curiosità di capire le motivazioni per le quali il fedele
in generale non senta la necessità di accorgersi, e/o il desiderio  di osservare , capire cosa trasmettono questi
dipinti di formato contenuto e con  la
consapevolezza di stare per intraprendere un progetto azzardato ma  profondamente accattivante, non fecero altro che contribuire ed alimentare
in me, il desiderio di realizzare, una mia , personale e rivisitata: VIA CRUCIS.

Naturalmente, per concretizzare un progetto di quella portata,
dovevo pensare di ricreare un’opera nuova, che racchiudesse in se delle
caratteristiche imprescindibili quali: originalità, innovazione, in poche
parole che rasentasse perlomeno l’unicità, altrimenti rischiavo un : copia e incolla e una fatica inutile, ma ..come fare? 

Dovevo iniziare a rispondere agli altri interrogativi e
sicuramente, partendo da: il fedele e
cominciare a riformulare tecnicamente il concetto di: attrazione
verso la stessa opera.

Osservando, soffermandomi bene e per un po’ di tempo su
diverse VIA CRUCIS mi colpì l’assoluta inespressività e staticità dei soggetti
che componevano le Stazioni, quindi, Il primo vero ostacolo da superare - dopo
aver reso i personaggi più espressivi, comunicativi, era sicuramente quello di
creare movimento
nelle scene, dunque, attingendo dal film e, con matita e/o penna in mano,
iniziai ad abbozzare qualcosa sui fogli di un album da disegno.

Il Cinema e il Fumetto,
a cui mi ero ispirato, sono stati alleati importanti per la composizione di
questa nuova opera, così per esempio nelle cadute di Gesù, raffigurato nello
stesso foglio, il soggetto era rappresentato in due fasi: mentre lasciava la
croce (perché stava per cadere) e quando crollava definitivamente in terra.

Un altro esempio è quando Gesù viene inchiodato alla croce,
nella XI Stazione: le fasi che illustrano la crocifissione descrivono in
piccole “scene” ad incastro l’atroce sofferenza che aumenta mano a mano che l’osservatore
scende con lo sguardo verso il basso dove i chiodi vengono conficcati nelle
carne del condannato, e la bocca spalancata di Gesù ne sottolinea il lancinante
supplizio.

Reinterpretando le altre scene senza qui richiamare
altri esempi, ero riuscito a dare proprio quel movimento che cercavo.

Per far comprendere pienamente il valore, la profondità
di quel sacrificio e riuscire a trasmetterlo al fedele, dovevo riprodurre la
stessa condizione: drammatica, cruda e veritiera inflitta al condannato Gesù
che, nel messaggio cristiano, stava immolando tutto se stesso per liberare
l’uomo dal peccato dunque, dovevo riprodurre in pittura le carni lacerate dalle
frustate ed evidenziare quell’atroce, lento e angosciante cammino (grondante
di sudore e sangue) verso il patibolo, ed inserire nella composizione un
colore confacente allo scopo , che ottenni amalgamando un misto di diverse
sfumature di rossi.  

La raffigurazione della crudele sofferenza dell’uomo
biblico, ed appunto del suo messaggio, non erano comunicati solo a pochi, ma
all’umanità intera.

Così, proseguendo in questo progetto, ho voluto
introdurre e reinterpretare anche questo passaggio importante e rendere il suo
sacrificio un gesto inclusivo che convogliasse in se anche un altro soggetto
molto rilevante nel patibolo di Gesù: la Donna, la quale, ancora oggi - in
alcuni paesi e culture - per cercare di affermare la propria libera presenza in
quanto di sesso diverso, lotta subisce, soffre e muore per pratiche, leggi e
credenze disumane perpetrate dalla misoginia imperante.

Cosi, nella XII Stazione ho voluto richiamare
l’attenzione, verso una pratica ancora oggi adottata nella cultura di alcune
popolazioni africane: l’INFIBULAZIONE dove,
bambine dai 4 ai 15 anni vengono private (fra le diverse cose) della
possibilità, un giorno, di poter provare piacere sessuale.

Siamo nella XII Stazione,
dopo aver pronunciato la famosa frase, volgendo lo sguardo verso il Padre,
muore, la figura del Cristo morto col capo chino, richiama proprio l’organo
sessuale femminile con le conseguenze delle sue molteplici mutilazioni.

Pensando poi ai ricordi di quando partecipavo alle
lezioni di catechismo, mi venne in mente un fatto molto importante che, proprio
le scritture scrivendo sempre della Via Crucis, pongono a fondamento e a
conclusione del sacrificio di Gesù, ma di cui l’iconografia classica non ne dà
testimonianza: la RESURREZIONE.

Creando ex novo questa ultima scena, ho raffigurato il
famoso: sepolcro vuoto, dove il pesante masso di
pietra che lo chiudeva, è a forma circolare, proprio per indicare che l’uomo –
peccatore – ha sempre la possibilità (ogni qualvolta pecca) di rigenerare la
propria anima attraverso il perdono Divino.

Pensavo di aver finalmente risolto, il progetto poteva
essere messo in pratica, ma mi accorsi che mancava ancora qualcosa per
concluderlo definitivamente.

Mi resi conto, tra le varie opzioni che avevo sondato,
che forse qualcosa di simbolico poteva essere determinante al completamento di
questa opera.

L’idea mi venne in mente quando cercai il supporto su
cui dipingere e di conseguenza alle cornici delle 14 Stazioni.

Focalizzai la mia attenzione su due elementi: il Legno (su cui dipinsi le scene) ed il Ferro, materiale di cui dovevano essere fatte le
cornici, il primo doveva far ricordare sia il mestiere di Giuseppe (padre di
Gesù) che la croce del martirio; il secondo, il materiale di cui erano fatti i
chiodi e quell’umana sensazione (di freddo agghiacciante) che porta la morte.

Le tavole – spesse alcuni centimetri - misurano: 25,60
cm x 36,60 cm, sono costituite da vari tipi di legno tra cui il noce; le
cornici semplice ferro grezzo.

Sul retro di ogni tavola (Stazione) è descritta la
scena rappresentata mentre la parte sotto della cornice, riporta in numero
romano, la Stazione di riferimento.

Finalmente, Stazione dopo Stazione, ero riuscito a
costruire la risposta a quel quesito che mi ero posto inizialmente, ed arrivare
finalmente al traguardo del mio intero progetto.

I Staz. Gesù è condannato a morte

Dimensioni: 37,50 cm x 27,50 cm x 2 cm

II Staz. Gesù è caricato della croce

Dimensioni: 37,50 cm x 27,50 cm x 2 cm

III Staz. Gesù cade per la prima volta

Dimensioni: 37,50 cm x 27,50 cm x 2 cm

IV Staz. Gesù incontra sua madre

Dimensioni: 37,50 cm x 27,50 cm x 2 cm

V Staz. Gesù aiutato da Simone Di Cirene

Dimensioni: 37,50 cm x 27,50 cm x 2 cm

VI Staz. la Veronica asciuga il volto di Gesù

Dimensioni: 37,50 cm x 27,50 cm x 2 cm

VII Staz. Gesù cade per la seconda volta

Dimensioni: 37,50 cm x 27,50 cm x 2 cm

VIII Staz. Gesù incontra le Pie Donne

Dimensioni: 37,50 cm x 27,50 cm x 2 cm

IX Staz. Gesù cade per la terza volta

Dimensioni: 37,50 cm x 27,50 cm x 2 cm

X Staz. Gesù è spogliato delle vesti

Dimensioni: 37,50 cm x 27,50 cm x 2 cm

XI Staz. Gesù è inchiodato alla croce

Dimensioni: 37,50 cm x 27,50 cm x 2 cm

XII Staz. Gesù muore in croce

Dimensioni: 37,50 cm x 27,50 cm x 2 cm

XIII Staz. Gesù è deposto dalla croce e sepolto

Dimensioni: 37,50 cm x 27,50 cm x 2 cm

XIV Staz. Il sepolcro è vuoto

Dimensioni: 37,50 cm x 27,50 cm x 2 cm

Particolari dei pannelli su cui è stata dipinta l'opera

1. Il retro si presenta con una parte concava.

2. Nella parte inferiore viene evidenziato in numero romano, la Stazione di riferimento.

3. A destra il particolare della cornice in acciaio del pannello.

Misure dei pannelli: 37,50 cm x 27,50 cm x 2 cm